I laureati in filosofia sono interessanti per le PMI?
Riflessione sulle “condizioni ambientali” e sugli sbocchi professionali in azienda.
Dopo la pubblicazione del mio ultimo saggio – Filosofia per l’impresa – mi sono successi vari incontri interessanti di cui due sono particolarmente rilevanti, in quanto toccano il tema della laurea in filosofia e dei possibili impieghi.
Mi presentano una ragazza che ha appena dato l’esame di maturità. Mi dice che si iscriverà alla facoltà di filosofia. Le chiedo: che lavoro pensi di fare dopo? Risposta. Non lo so ancora. Vedrò!
Successivamente, conosco un padre che mi chiede che cosa penso della scelta della figlia di scriversi a filosofia per poi entrare in azienda. Gli chiedo: che cosa vuole fare la figlia in azienda con una laurea in filosofia? Risposta. Non lo sa ancora. Vedrà!
Di fatto, queste due risposte sono parte della stessa questione. Il punto di contatto su cui penso sia rilevante fare una riflessione sia sulle “condizioni ambientali” per facilitare l’ingresso di più i laureati in filosofia in azienda. Ritengo che l’accesso dipenda da due aspetti.
Primo. Se il neo laureato/a che pensa di entrare in azienda vuole avere qualche chance in più, oltre a studiare la filosofia classica, moderna, ecc., dovrebbe anche studiare come funziona l’azienda (nelle sue varie dimensioni organizzative, gestionali, strategiche, ecc.). Penso che le aree funzionali più interessanti e pertinenti nelle quali poter impiegare un laureato/a in filosofia siano: risorse umane, ricerche&sviluppo, comunicazione, innovazione e, forse anche tecnologia (pensando a tutto quello che compete l’intelligenza artificiale). In pratica tutti quegli ambiti in cui si incontrano il ragionamento strutturato e il capitale umano.
Secondo. Dipende in misura maggiore dall’azienda. In particolare dalla cultura d’impresa che l’azienda è in grado di emancipare, evocare ed evolvere e dalla conseguente ricaduta sulla reputazione identitaria. Mi riferisco al complesso insieme dei principi, degli atteggiamenti e dei comportamenti che l’impresa mette in atto e che producono un impatto e reazioni sui dipendenti (formazione, premi, welfare), sull’ambiente (impatto, sfruttamento), sui fornitori (puntualità pagamenti), sui clienti (trasparenza, sicurezza), ecc. Nella sostanza, non sono tanto importanti i valori proclamati, quello che conta è il processo decisionale che assicura comportamenti eticamente “corretti” (bene vs male, giusto vs sbagliato, dare vs avere, prendere vs restituire, esemplare vs riprovevole). Il metodo filosofico potrebbe servire per migliorare la condizione cognitiva generale delle diverse comunità aziendali stimolando comportamenti sostanzialmente più virtuosi a vantaggio di molti, se non tutti.
Oggi vedo ancora poco spazio per un laureato in filosofia in una tipica PMI italiana. Forse è più facile trovare lavoro in una multinazionale quotata al Nasdaq.
Domani la linea di confine potrebbe essere la propensione alla gestione del futuro. Se l’azienda fosse più orientata all’esistente e al presente questo tipo di nuove competenze potrebbe essere meno richiesta. Se invece l’impresa fosse più attenta ad adottare un atteggiamento più proattivo di change management e di pianificazione strategica, la competenza filosofica potrebbe trovare fruttuosi spazi di impiego.
Tutto sommato, il metodo filosofico dovrebbe essere propedeutico e funzionale a facilitare la lungimiranza e la governabilità degli agenti del progresso e del cambiamento finalizzati a rigenerare i vecchi scenari e ad affermarne di nuovi e più moderni. In aggiunta, osservando da una prospettiva macro, bisognerebbe auspicare l’affermazione di un nuovo capitalismo più umano, più responsabile, meno speculativo. Se nel prossimo lustro si dovessero presentare alcuni di questi eventi, molto probabilmente, ci sarà più spazio anche per i futuri neo laureati in filosofia.
E quindi?
Cari attuali e futuri laureati in filosofia, spero tanto possiate trovare quello che state cercando. Se avrete a che fare con le aziende quando andrete al colloquio di assunzione vi suggerisco di raccontare le vostre aspirazioni e desideri e di porre tante domande per capire la cultura di quell’impresa. Ma, soprattutto, guardate oltre le dichiarazioni e osservate bene come agiscono e si comportano. I fatti parlano più di tante parole.
Tutto il meglio!
Approfondimenti:
https://www.emanuelesacerdote.com/filosofia-per-l-impresa/