Il nemico è fuori
La collaborazione organizzativa e la prospettiva botanica.
Il concetto della collaborazione nelle organizzazioni che gestiscono l’innovazione espresso nel saggio Mai vista prima sta riscontrando un particolare interesse e mi preme un approfondimento.
L’ispirazione sottostante di questo concetto proviene dalla botanica e in particolare gli alberi. Le piante rispetto agli esseri umani sono inamovibili. Nascono e crescono nel luogo dove vengono piantate e li rimangono per tutta la loro esistenza.
La loro realtà e la loro sopravvivenza dipendono dalla capacità di cooperare e collaborare con l’ambiente circostante e con le altre piante per la ricerca delle risorse necessaria alla vita. Rami, foglie e radici sono i canali esistenziali e relazionali e di comunicazioni che interagiscono pacificamente con le altre piante nel loro contesto durante le stagioni.
“Ogni organizzazione in cui la gerarchia affida a pochi il compito di decidere per molti è inesorabilmente destinata a fallire, specie in un mondo che richiede soprattutto soluzioni differenti e innovative. Il futuro non potrà che far propria la metafora vegetale. Le società che nel passato si sono sviluppate grazie a una rigida divisione funzionale del lavoro e a una ferrea struttura gerarchica dovranno in avvenire essere allo stesso tempo ancorate al territorio e decentrate, dislocando potere decisionale e funzioni di comando alle varie cellule del proprio corpo, e trasformarsi da piramidi in reti distribuite orizzontalmente.” Stefano Mancuso, Plant Revolution, Giunti, 2017
Se questa metafora è verosimile potremmo asserire che parte rilevante del destino dell’impresa risieda nel proprio territorio. In tal senso, si potrebbe vedere e immaginare l’individuo come un albero, l’azienda come un bosco e il distretto industriale come una foresta.
Secondo questo ragionamento si potrebbe, quindi, affermare che la logica organizzativa di un eco-sistema d’impresa potrebbe ispirarsi a un nuovo modello progettato sulla collaborazione per poter esprimere maggior vitalità, resilienza e durata tramite migliori relazioni e interazioni con il proprio ambiente interno ed esterno.
“Il modello organizzativo prevalente dovrebbe essere ampiamente cooperativo in contrapposizione al modello competitivo. Cooperazione significa operare con mutualità e collaborazione circolare tra i membri, creando delle condizioni ambientali interne “inter-cerebrali” tendenzialmente più stabili e bassamente conflittuali. Questo cambio di paradigma dovrebbe valorizzare la centralità della persona e apportare un miglioramento virtuoso e qualitativo della prestazione manageriale collettiva. Un modello interessante di cooperazione è il co-design nel quale i membri del gruppo partecipano insieme come co-autori, condividendo le linee guida e le diverse fasi dello sviluppo progettuale. Le idee di fondo sono la condivisione, l’inclusività e lo scambio tra i partecipanti-autori. Il raggiungimento dei risultati diviene finalità comune e condivisa, in modo da garantire un’operatività più ideativa, più lungimirante e più efficace.” Emanuele Sacerdote, Mai vista prima, IlSole24Ore, 2024
Le fondamenta di questa logica collaborativa si ritrovano nel principio filosofico secondo il quale il nemico è fuori. Il nemico da fronteggiare non è dentro l’organizzazione o nel proprio territorio, bensì fuori, lontano nel mercato. Ed è appunto nel mercato che bisogna concentrare l’energia e la spinta competitiva.
Detto ciò, i possibili benefici di un approccio collaborativo potrebbero generare una governance maggiormente improntata:
- alla vocazione e alla condivisione creativa, ideativa e innovativa per superare le soglie esistenti;
- al consenso, alla visione e alla direzionalità delle tecniche di progettazione;
- alla capacità di apprendimento con maggior pensiero sistemico e intelligenza strategica collettiva;
- alla comprensione delle specifiche competenze di ruolo e delle attitudini personali degli altri membri;
- alla padronanza e alla fiducia collettiva tramite maggior senso di squadra;
- alla diffusione di un clima aziendale e una soddisfazione interpersonale superiore;
- ecc
Alcune controindicazioni?
- alcuni faranno più fatica a combinare le attitudini personali con quelle collettive;
- alcuni resisteranno alle loro prerogative e ai pregiudizi del comando, dell’autorità e del controllo;
- i risultati non saranno nel breve e bisognerà attendere una conversione collettiva;
- ecc.
All the Best!