L’esoscheletro cibernetico
Prove tecniche di intelligenza artificiale e di prestrategia.
Durante la stesura del libro Filosofia per l’impresa ho voluto provare l’applicazione OpenAI di intelligenza artificiale per testare un nuovo concetto inserito nel testo: la prestrategia.
L’affinità e la pertinenza che ricercavo nascevano dal fatto che l’intelligenza artificiale si fonda sul pensiero deduttivo, come il concetto di prestrategia. La base concettuale è il sillogismo che nasce da premesse fattuali, sufficienti e necessarie per dedurre, spiegare e descrivere il contesto, la situazione, la realtà.
Ho posto a OpenAI la domanda: che cosa è la prestrategia?
La prima risposta è stata.
“La prestrategia non è un termine standard nel campo della gestione d’impresa o della strategia aziendale. Potrebbe essere una parola inventata per descrivere una fase specifica del processo di pianificazione strategica. Potresti fornire maggiori informazioni per aiutarmi a fornire una risposta più precisa.”
Dopo una serie di altre domande che contestualizzavo il ragionamento filosofico in ambito aziendale ha risposto riformulando il concetto.
“La prestrategia è un processo che aiuta a formulare e a implementare una visione a lungo termine per la direzione dell’azienda. La prestrategia comprende la definizione di obiettivi a lungo termine, la identificazione di opportunità e minacce e la formulazione di un piano d’azione per raggiungere i propri obiettivi. Il processo di prestrategia mira a fornire una direzione chiara e una visione a lungo termine per l’impresa, al fine di garantire che sia ben posizionata per affrontare le sfide future e per sfruttare le opportunità di mercato. La prestrategia si distingue dalla strategia a breve termine, che si concentra sulle attività immediate e sul raggiungimento di obiettivi a breve termine. La prestrategia, invece, mira a definire una visione a lungo termine e a identificare le azioni necessarie per raggiungere questa visione. In sintesi, la prestrategia è un processo utile per il governo dell’impresa che aiuta a garantire una direzione chiara e una visione a lungo termine, supportando così il successo a lungo termine dell’impresa.”
Tutto sommato, abbastanza soddisfacente.
Questa semplice dimostrazione mi porta a riaffermare che:
- un sistema di intelligenza artificiale può aumentare la potenza di calcolo, l’apprendimento e la capacità previsionale per proporre le opzioni ancora più realistiche e, forse, più progressiste.
- l’organo di governo dovrebbe sempre mantenere il proprio libero arbitrio e la propria autonomia decisionale. Non mi immagino un tecno-governo, ma un governo guidato dall’intelligenza umana, dall’ingegno, dalla creatività e dall’intenzionalità e coadiuvato dalla tecnologia per prendere decisioni migliori e per raggiungere un livello maggiore di soddisfazione.
Specialmente nelle questioni strategiche e di buon governo non bisogna mai dimenticare che il gruppo di comando pensa e agisce in base alle proprie conoscenze e alla propria maturità cognitiva. Entrambe frutto dell’esperienza diretta (intenzioni, competenze, facoltà, ecc.) e della cultura (credenze, principi, morale, ecc.) che loro stessi individualmente e collegialmente sono in grado di emancipare e di ingaggiare.
Il supporto e il contributo che scaturirà dalle applicazioni di intelligenza artificiale in azienda saranno quindi come la prestrategia, paragonabili alle funzioni di un esoscheletro cibernetico.
“Una muscolatura ausiliaria, una struttura esterna, in grado di conferire miglior potenza, elasticità e autorevolezza al presidio di governo.”
Rimane valida la responsabilità del programmatore e dell’amministratore di sistema che dovranno progettare e regolamentare in modo efficace, trasparente ed etico l’uso e l’applicazione di queste nuove funzionalità per eliminare le distorsioni, le conseguenze e gli impatti negativi.
Approfondimenti:
https://www.emanuelesacerdote.com/filosofia-per-l-impresa/