Pensare con le mani
Il leitmotiv della pianificazione strategica.
Il 13 marzo 1610 fu pubblicato il trattato di Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Annuncio sugli Astri), che rappresentò il primo varco verso la scienza moderna. Dal campanile di San Marco, con un potente “cannone occhiale”, Galileo effettuò le sue osservazioni e scoprì alcuni satelliti di Giove, l’irregolarità della superficie lunari, le fasi di Venere. Queste scoperte contribuirono al fondamentale superamento della teoria tolemaica per l’affermazione della teoria copernicana.
Ma, la più imporrante scoperta di Galileo fu il metodo sperimentale per gli studi scientifici che prevedeva la prova, la dimostrazione e la rielaborazione logico-matematica della teoria e dell’ipotesi iniziale attraverso l’osservazione pratica. Questo nuovo rivoluzionario approccio, abbinato ai risultati conseguiti, fu in diretto contrasto con i dogmi dell’epoca e gli costò dispute, denunce, l’abiura e la condanna da parte della Chiesa.
«Siamo tutti galileiani è un invito a colmare distanze e a costruire nuovi camminamenti. Nella convinzione che non esistono barriere insormontabili tra i saperi, e che fra loro è sempre possibile trovare forme di alleanza e di comunicazione. Dirsi galileiani oggi è un punto limite verso cui far convergere politiche culturali e dell’educazione con l’obiettivo di formare i cittadini del tempo presente: più consapevoli, e quindi più liberi di pensare e di fare.»
Massimo Bucciantini nel suo saggio, Siamo tutti galileiani (Einaudi, 2023), rappresenta questa sfida che, di fatto, dovrebbe ispirare al meglio il metodo strategico di pianificazione di lungo periodo. Quella che assiduamente ho citato per stimolare la vocazione di continuità e di lungimiranza.
Il concetto forte che viene utile per comprendere le dinamiche insiste nella pianificazione strategica è il superamento dal “fare con le mani” a “pensare con le mani”. L’aggancio dialettico, e contro-dogmatico, è la commistione tra il lavoro intellettuale e il lavoro manuale cioè, quella capacità di saper educare e formare le proprie mani, non solo per il lavoro operativo, meccanico e ripetitivo, ma al lavoro per il cambiamento, per l’ecletticità e per la diversificazione.
Nello specifico i temi prevalenti sono, quindi, la meta-progettazione, la sperimentazione a tutto campo, la misurazione puntale e la leale oggettivazione. Da R&D, alle ricerche di mercato, all’innovazione di nuovi materiali, metodi di produttivi e di nuovi contenuti, alle diversità organizzativa, alla governance poliedrica, all’inserimento di nuove figure professionali, alla serrata programmazione strategica, all’utilizzo di strumenti finanza straordinaria, differenziazione dell’offerta, ecc.
Il leitmotiv è istituire un’organizzazione scattante ed energica sempre in movimento, sempre alla ricerca. Il principio esecutivo è l’indagine, la sperimentazione, la prova, la dimostrazione per la selezione delle opzioni migliori, più coerenti e più funzionali al destino e al futuro dell’organizzazione. Per fare questo bisogna abbandonare il metodo dell’improvvisazione fortuita, della folgorazione modaiola, dell’intuizione casuale.
La chiave di lettura consiste nell’identificare lo spirito indipendente e la purezza del pensiero che vengono utilizzati per fluidificare, canalizzare e concepire nuove percezioni, nuove intuizioni e, poi, partorire nuove idee. Anche perché non credo alle innovazioni o alle scoperte casuali, fortuite e fortunate. Credo maggiormente alla costruzione delle migliori probabilità per avvicinarsi al risultato. Preferisco non osare nella speranza della cieca fortuna e, credo che sia meglio dedicarsi alla fortificazione delle capacità, delle competenze e delle conoscenze. Citando Seneca. «La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità».
All the Best!